LUOGO E ORARI

Galleria Tina Modotti
ex mercato del pesce
Via Paolo Sarpi
4 – 12 giugno
aperto dal giovedì alla domenica
dalle 15 alle 19

Inaugurazione
sabato 4 giugno ore 12 – 18

Jana Winderen

Interrupting the Surface
installazione sonora a 6 canali

Appena sotto la superficie dell’acqua esiste un ambiente sonoro che ci è estraneo. Le nostre orecchie non sono adatte ad ascoltare sott’acqua perché nel nostro apparato uditivo c’è aria. Ma la trasmissione del suono attraverso le ossa funziona in maniera più efficiente perché percepiamo la vibrazione direttamente con tutto il nostro corpo.
Nell’acqua molti pesci, insetti, crostacei, mammiferi usano il suono per comunicare, cacciare e proteggere il loro habitat. I cetacei dentati ad esempio usano l’eco per orientarsi nel buio e per identificare le prede, i merluzzi per trovare l’anima gemella fanno dei “grugniti”.
Noi viviamo molto in contatto con l’ambiente marino ma molto di esso ci è ancora estraneo e lontano. Il passaggio da un elemento all’altro è protetto da una membrana che per l’uomo è ancora difficile oltrepassare.

Negli ultimi dieci anni ho viaggiato dalla Groenlandia ai Caraibi, alla Tailandia, Francia e Russia, attraversando zone torride e glaciali, per ascoltare e registrare i suoni delle profondità acquatiche.
È impossibile registrare andando personalmente in immersione perché il movimento o l’utilizzo di respiratori produce rumore, dunque per le mie esplorazioni utilizzo microfoni che immergo in profondità con lunghi cavo o tramite robot telecomandati.

In Interrupting the surface ho utilizzato registrazioni effettuate all’interno di ghiacci della Groenlandia antichi diecimila anni, quelle di ghiacci più giovani in Islanda e quelle dei ghiacciai in superficie che si sciolgono e si mescolano al mare.

Subito sotto il pelo dell’acqua si sentono il suono degli insetti marini, dei crostacei, dei pesci che si nutrono di gusci, il rumore dei gamberetti e delle loro chele. Più in profondità si sente il suono della rana pescatrice, del nasello e del merluzzo in mezzo ad una varietà di altri pesci. Il Merluzzo ad esempio produce un suo suono grazie a sei muscoli legati alla pinna natatoria. Questi muscoli si sviluppano durante il periodo degli accoppiamenti, si ipotizza che le femmine scelgano il proprio compagno proprio dal suono che sa produrre, piuttosto che dalla sua mole.
La rana pescatrice è quasi invisibile ma si fa ben sentire adagiata sulla barriera a proteggere il proprio territorio tra incredibili pesci corallo.

Offrendovi una prospettiva diversa, quella del suono, per comprendere quello che è l’ambiente più vasto del pianeta, spero di suscitare la vostra curiosità, l’umiltà e il rispetto per esso, ma anche farvi avvicinare e stabilire una relazione più prossima con ciò che si trova “appena sotto la superficie”.

Jana Winderen Ha studiato Fine Arts al Goldsmiths College di Londra ed ha un background in matematica, chimica e biologia marina conseguito all’Università di Oslo.
Nel suo lavoro ricerca le profondità nascoste con le più moderne tecnologie di ripresa microfonica, rivelando la complessità e la stranezza dei suoni presenti nelle profondità di un mondo invisibile.
Grazie alle sue registrazioni porta in superficie la topografia sonora degli oceani e dei ghiacciai.
La sua attenzione è rivolta ai suoni che per collocazione irraggiungibile o per i limiti dell’orecchio umano sono di difficile accesso.

Suoi recenti lavori sonori includono Pasvikdalen (2015) per il Sonic Act Festival ad Amsterdam, Dive (2014), installazione sonora a 64 canali in Park Avenue Tunnel commissionata dal New York Department of Transportation, Ultrafield (2013) commissionato dal MoMA di New York, Ultraworld commissionato da Sound and Music per una stanza di ascolto a BEOPEN, in Trafalgar Square a Londra.

Nel 2011 ha vinto il Golden Nica, per Digital Musics & Sound Art, Ars Electronica, Linz, Austria.

www.janawinderen.com
janawinderen.bandcamp.com

Jana Winderen - recording in Iceland 2014, photo credit Finnbogi Petursson
Jana Winderen – recording in Iceland 2014, photo credit Finnbogi Petursson

Jana Winderen

Interrupting the Surface
6 channel sound installation

Galleria Tina Modotti (ex mercato del pesce)
June 4 – 12
open from Thursday to Sunday h 16 – 19

Inauguration
Saturday, June 4th at 12am

Right under the surface of the water a sound environment exists which is quite alien to us. Our ears are not adapted to listening underwater. Our ears have air inside. Bone conduction works better, to sense the vibrations and sound waves directly in our bone structure. Different fish, insects, crustaceans and mammals under the surface are using sound to communicate, hunt and protect their habitat – like the echolocation used by toothed whales to find their prey and orientate themselves in the dark or the grunts that cod are using to attract a mate.
The water habitats are so close to us, but still so alien and remote. The change from one element to another through the surface membrane is for human beings strangely alien.

I have for the last ten years travelled to both cold and warmer climates on the planet to listen to and record underwater environments. From Greenland to the Caribbean; rivers in Thailand, France and Russia. When you dive, you make a lot of noise if you are not using a rebreather system, so best to use long cables or remotely operated vehicles for recording with hydrophones. Hydrophones work in the same ways as contact microphones, piezos, which need to be in direct contact with the material the vibration and sound waves are resonating.

For Interrupting the Surface, I have made hydrophone recordings from inside the 10000 year old ice in Greenland, one year old ice in Iceland, and of shallow waters where the surface melts and drifts into waves. Right under the surface you start to hear the underwater insects, crustaceans, the fish eating shells, the snapping shrimps, and a bit deeper you can hear the toadfish, cod and Pollock among many other species of fish. Cod make sound with six drum muscles on their swim bladder. These muscles grow when they are in mating season. One hypothesis is that the female cod choses her partner according to the sound he makes and not his size. The toadfish is almost invisible, but very audible, as it sits and protects its habitat on the reef among visually stunning coral fish.

By giving you one more sense to understand this, our largest habitat on the planet, I hope to evoke curiosity, humility and respect, but also to try to establish a closer relationship to this environment which is so near, right under the surface.

Jana Winderen is an artist educated in Fine Art at Goldsmiths College in London, and with a background in mathematics, chemistry and fish ecology from the University in Oslo.
Winderen researches the hidden depths with the latest technology; her work reveals the complexity and strangeness of the unseen world beneath. The audio topography of the oceans and the depth of ice crevasses are brought to the surface. She is concerned with finding and revealing sounds from hidden sources, both inaudible for the human senses and sounds from places and creatures difficult to access.

Recent sounds work include “Pasvikdalen” (2015) for the Sonic Act Festival in Amsterdam, “Dive” (2014), a 64 channel audio installation in Park Avenue Tunnel, commissioned by New York Department of Transportation, “Ultrafield” (2013) commissioned by MoMA, New York, “ultraworld”, a commission by Sound and Music for the listening room at BEOPEN, Trafalgar Square, London (2012).
Recent releases include the digital download: “Out of Range” (2014), the 12inch vinyl “Debris” (2012), the album “Energy Field” (2010) on Touch (UK).

In 2011 she won the Golden Nica, for Digital Musics & Sound Art, Ars Electronica, Linz, Austria.

www.janawinderen.com
janawinderen.bandcamp.com